La Toscana è uno scrigno di eccellenze e i vini rossi toscani sono una di queste. Noti e apprezzati in tutto il mondo, i vini rossi toscani nascono da vitigni variegati presenti in tutta la regione, ognuno ambasciatore delle specificità del territorio cui appartiene e della tradizione dei suoi viticoltori. La nostra storia di produzione e vendita ci lega da sempre al territorio e ci spinge a valorizzare questo straordinario frutto della terra, di cui ci sentiamo custodi e promotori.
La storia del vino rosso toscano affonda le radici addirittura nel VIII secolo a. C., con l’introduzione nelle nostre zone della vitis vinifera da parte dei Greci e lo sviluppo della sua coltivazione per mano degli Etruschi. Le anfore vinarie etrusche diventarono ben presto richiestissime nel Mediterraneo. I vinattieri furono una delle più importanti corporazioni della Firenze del Duecento, piena di osterie e banchi per la vendita del vino. Nel 1282 i vinattieri divennero arte autonoma con sede in Palazzo Bartolommei-Buschetti e scelsero come stemma il calice rosso in campo bianco, stemma che si può vedere ancora oggi scolpito sulla facciata. Lo statuto indicava che il prezzo del vino venisse fissato ogni tre mesi dalle autorità e che durante la vendemmia fosse più basso, così da favorire la vendita del vino novello. Non si poteva nemmeno vendere pane troppo salato, per non indurre troppo la sete.
Sono varie le denominazioni di origine controllata presenti in Toscana che garantiscono elevati standard qualitativi. Il primo disciplinare sulla DOC (Denominazione Origine Controllata) risale al 1963. Poi la legge n. 164 del 1992 sulla disciplina delle denominazioni d’origine dei vini ha dettagliato i parametri di produzione, vinificazione e affinamento e ha introdotto in Italia la denominazione IGT (Indicazione Geografica Tipica), meno vincolante di DOC e DOCG. Il disciplinare DOCG (Denominazione Origine Controllata Garantita) riguarda anche l’imbottigliamento e solo pochissime etichette di pregio lo soddisfano. Fu proprio un vino toscano a ottenere questo riconoscimento nel 1980, il Brunello di Montalcino. I “Super Tuscan” (termine coniato da Robert Parker, critico enologico statunitense, nel 1978), sono vini rossi prodotti in Toscana che volutamente non rispettano le tradizioni e le regole tipiche del Chianti Classico, usando altri tipi d’uva, specialmente Cabernet Sauvignon (ma anche Merlot e Syrah), in aggiunta o al posto del tradizionale Sangiovese. Si tratta ad esempio del Sassicaia o del Tignanello. Non vengono quindi classificati come DOCG. In origine venivano venduti con la semplice dicitura di “vino da tavola”. Nel 1992 molti produttori di “Super Tuscan” aderirono alla denominazione IGT. Oggi sono vini di pregio famosi in tutto il mondo, strutturati, longevi, corposi. Nelle oltre quaranta denominazioni di origine controllata della Toscana, spiccano in particolare il Chianti, il Brunello di Montalcino e il Bolgheri.
Il Chianti, la prima Docg per estensione, è nota sin dai tempi di romani ed etruschi e presenta una serie di sottosezioni di produzione, di cui la più antica è il Chianti Classico Docg. Il vitigno dà vita a vini per ogni occasione. Nelle loro varie declinazioni sono sempre ottimi, in particolare con ragù di carne, arrosti, selvaggina e formaggi stagionati. Il Chianti, come oggi lo conosciamo, è frutto di una ricetta del barone Bettino Ricasoli, che nel Castello di Brolio, a Gaiole in Chianti per l’appunto, decise di replicare quanto appreso in Francia, mischiando tre diversi vitigni, il Sangiovese, il Trebbiano e il Canaiolo. Oggi tutti i Chianti sono composti da vitigni Sangiovese, Canaiolo, Trebbiano, Malvasia bianca, Sauvignon e Merlot. La percentuale delle uve può cambiare da vino a vino, ma da disciplinare il Sangiovese (che può essere vinificato anche in purezza) deve essere tra il 70 e il 100%. I vini Chianti devono essere ottenuti da uve prodotte nelle zone di Rufina, Colli Fiorentini, Montalbano, Montespertoli, Colli Senesi, Colli Aretini, Colline Pisane.
Chianti Riserva Renato Masoni è composto prevalentemente da uve Sangiovese raccolte a mano da vecchi vigneti degli anni 1985 e 2001. Il vino che ne deriva è di raffinata bontà, pienezza ed eleganza con grandi potenzialità di affinamento. Sublime con carni rosse, carni in umido, stufati e formaggi ben stagionati.
Chianti Riserva Renato Masoni è composto prevalentemente da uve Sangiovese raccolte a mano da vecchi vigneti degli anni 1985 e 2001. Il vino che ne deriva è di raffinata bontà, pienezza ed eleganza con grandi potenzialità di affinamento. Sublime con carni rosse, carni in umido, stufati e formaggi ben stagionati.
Il Brunello di Montalcino è una delle maggiori espressioni del Sangiovese. La zona di Montalcino era nota per i suoi vini fin dal 1550 per via del suo microclima eccellente. Scriveva infatti il frate bolognese Leandro Alberti, nella sua “Descrittione di tutta Italia”, che Montalcino era “molto nominato nel Paese per li buoni vini chi si cavano da quelli ameni colli”. A metà dell’Ottocento le intuizioni di un chimico farmacista quale Clemente Santi e le capacità e l’amore per il vino di Giuseppe Anghirelli, Tito Costanti e Camillo Galassi, portarono alla selezione del vitigno Sangiovese Grosso, il più indicato per produrre un vino di alta qualità. Il Brunello fu poi codificato da Ferruccio Biondi Santi, che vinificò il Sangiovese da solo e lo affinò per lunghi anni in botte, creando un vino corposo, intenso e vellutato. Nella tenuta di famiglia, “Il Greppo”, è conservata la bottiglia più antica, risalente al 1888. Il Brunello è un vino di grande struttura, perfetto per l’affinamento. Ha un intenso color rubino e gusto asciutto, perfetto con un altro grande classico toscano, la bistecca alla fiorentina.
Da Bolgheri espressione dei territori della Costa toscana degli Etruschi, arrivano importanti etichette. Le zone attorno a Castagneto Carducci e al famoso viale dei cipressi che porta al castello del borgo, danno vita alla Denominazione Bolgheri DOC, con vini come l’Ornellaia, il Masseto, il Grattamacco. Tipicamente si basano sul taglio Cabernet (Sauvignon e Franc) e Merlot, insieme a Syrah, Petit Verdot e in rari casi da Sangiovese. Si trovano anche monovarietali con una delle tre uve principali. Sono vini che variano dal rubino al granato, con aromi fruttati e speziati e tannini morbidi e maturi. Vini perfetti per abbinamenti con carni bianche e rosse. Qui nasce anche il Sassicaia – ovvero il Supertuscan nato nel 1968 – che ha una DOC a sé, la DOC Bolgheri Sassicaia. Il Marchese Mario Incisa della Rocchetta attorno al 1940 si rese pioniere di una scelta controcorrente. Al tempo solo il Chianti Classico poteva fregiarsi della certificazione DOC. Con l’aiuto dell’enologo Giovanni Tachis, il Marchese sperimentò nuove strade per ritrovare un gusto che gli ricordasse i grandi Bordeaux francesi che aveva assaggiato durante i suoi viaggi. Vini che nascevano sui terreni sassosi della zona di Graves, vicino a Bordeaux, simili a quelli di Bolgheri. Terreni che però non erano molto adatti per i vitigni Sangiovese. Si rivelarono invece perfetti per uve non autoctone di taglio bordolese come Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Così iniziò la messa a terra di questi vitigni, scoprendo nuove potenzialità della zona. La storia del Sassicaia è quella di un riscatto clamoroso. Per anni il Marchese produsse un vino che non veniva nemmeno commercializzato fino agli anni Sessanta, viste le critiche che suscitava sovvertendo le regole del Chianti. Bevuto troppo giovane, infatti, appariva ruvido e rustico. Ma bastava lasciarlo affinare a lungo per scoprire il pregio eccezionale. Poi la svolta. Nel 1978 Hugh Jonhson inserì il Sassicaia in una degustazione alla cieca organizzata a Londra e il Sassicaia vinse. E da allora è diventato il mito che noi tutti conosciamo.
Chianti Riserva Renato Masoni è composto prevalentemente da uve Sangiovese raccolte a mano da vecchi vigneti degli anni 1985 e 2001. Il vino che ne deriva è di raffinata bontà, pienezza ed eleganza con grandi potenzialità di affinamento. Sublime con carni rosse, carni in umido, stufati e formaggi ben stagionati.
Chianti Riserva Renato Masoni è composto prevalentemente da uve Sangiovese raccolte a mano da vecchi vigneti degli anni 1985 e 2001. Il vino che ne deriva è di raffinata bontà, pienezza ed eleganza con grandi potenzialità di affinamento. Sublime con carni rosse, carni in umido, stufati e formaggi ben stagionati.