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TAPPI STELVIN: PRO E CONTRO RISPETTO AI TAPPI DI SUGHERO

tappi stelvin

Tradizionalmente il tappo di sughero gode di una grande reputazione, è associato a vini di qualità e ai rituali dell’apertura con il cavatappi, mentre molti guardano con sospetto ai tappi Stelvin, per via soprattutto di un retaggio culturale.

La tecnologia del tappo a vite, detto anche Stelvin dal nome del suo produttore più famoso, si è molto evoluta negli anni come alternativa al sughero. Ha sempre più estimatori in Italia e all’estero, anche per denominazioni blasonate.

Quale preferire? Non esiste il tappo migliore in assoluto. Si tratta di scelte tecniche e di mercato. Ogni vino ha la sua chiusura e il tappo a vite viene utilizzato in modo efficace per vini giovani e aromatici che non hanno bisogno di lunghi affinamenti in bottiglia. Da noi  per esempio lo trovate nel Sangiovese IGT 2016 Poggio del Sasso e nel Vermentino di Toscana IGT 2017.

Tappo a vite o tappo di sughero?

Non è una sfida, ma una serena convivenza. Il tappo di sughero e il tappo a vite rispondono infatti a esigenze diverse.

  • Il sughero è elastico, microporoso e perfetto per vini che si esprimono al meglio con molto affinamento, dovuto allo scambio di ossigeno tra tappo e vino.
    Essendo un elemento naturale, a volte può modificarsi per via dell’anidride carbonica o di attacchi fungini (il famoso “odore di tappo”, dovuto alla presenza di un fungo, l’Armillaria mellea, molecola TCA che attacca la quercia da sughero. È un fenomeno che indicativamente riguarda tra l’1 e il 15% delle bottiglie).
    I vini che possono fare un lungo affinamento in bottiglia, anche di anni, sono generalmente tappati con il sughero e tenuti in orizzontale, perché il vino deve risultare sempre a contatto con il tappo e mantenerlo bagnato, per evitare processi ossidativi repentini e muffe sul tappo.
    Per capirsi, meglio evitare di comprare un Sassicaia, tenere la bottiglia in verticale e berlo dopo dieci anni. Non avremo fatto un favore al vino, al suo valore e tanto meno al nostro assaggio.
  • Il tappo a vite è inerte, non reagisce al contatto con il vino, è neutro e non incide sul gusto. Può sigillare ermeticamente la bottiglia e mantenere isolato il vino dall’ambiente esterno.
    Il tappo Stelvin elimina gli effetti che potrebbe dare un sughero difettoso o economico. Rallenta il tempo di evoluzione del vino e ne mantiene costanti le caratteristiche organolettiche. Anche l’apertura e la chiusura della bottiglia sono facilitate.
    I tappi Stelvin sigillano la bottiglia di vino mantenendone intatti i profumi fino alla sua apertura. Per questo vengono usati per vini particolarmente aromatici, giovani e quotidiani, dal bouquet fresco e fruttato, che possono essere conservati anche in verticale, con notevoli vantaggi nello stoccaggio.

Tappi Stelvin: origini e sviluppi

La prima chiusura a vite in alluminio per bottiglie di vino è nata in Francia, nella città di Chalon-sur-Saône, nel cuore della Borgogna, trovando la sua forma definitiva del 1964.
In precedenza il tappo a vite era usato per altri tipi di bevande, oppure serviva come rimedio quando si rompevano i tappi di sughero. Da soluzione di emergenza si è trasformato in una scelta.
Il tappo a vite Stelvin fu subito utilizzato con ottimi risultati per lo Chasselas, un vino bianco svizzero con la reputazione di avere problemi con il famoso “sentore di tappo”. Molte cantine, tra cui McWilliams, Seppelt, Penfolds, Hardys, Brown Bros e Tahbilk lo adottarono a partire dal 1976.
I tappi a vite furono molto apprezzati dall’Australia e da altri Paesi del mondo con carenza di sughero rispetto all’Europa, che ne è invece il principale produttore.
Nel tempo i tappi Stelvin sono stati sempre più utilizzati, tanto che il decreto del Ministero delle Politiche agricole del 16 settembre 2013 in materia di etichettatura dei vini DOP e IGP ha modificato anche alcune norme Ue riguardanti le chiusure dei vini. Si tratta della cosiddetta “libertà di tappo”, che non impone più l’uso esclusivo del tappo di sughero per alcuni disciplinari di vini DOC e DOCG italiani e consente l’uso dei tappi a vite. Questo ha agevolato il mercato dell’esportazione, soprattutto verso Stati Uniti e Giappone, che apprezzano molto il tappo a vite per vino.

tappo stelvin le origini fonte: Amcor - Stelvin - history

Il tappo a vite: quando è preferito dai produttori?

Il vino si evolve perché gli elementi di cui è composto reagiscono tra loro. L’ossigeno incide su questa reazione: quando manca, lo fa per ossidoriduzione, quando è presente, per ossidazione e anche più velocemente.
Il tappo rallenta il processo di ossidazione e quindi l’alterazione del bouquet e del gusto del vino. Questo si lega anche ad altri aspetti, come la durata del vino una volta aperto.
Il tappo viene scelto in base alla tipologia di vino e alle esigenze di consumo e/o mercato.
Quindi, un vino meno ossigeno incontrerà, più maturerà lentamente e il tappo a vite è un’ottima alternativa al sughero. Invece vini complessi e dai lunghi affinamenti hanno bisogno di ossigeno per completare la loro evoluzione in bottiglia e il tappo di sughero è la miglior soluzione.
L’ossigeno insomma non è un nemico o un amico in senso assoluto del vino, ma un elemento che gioca un ruolo gestibile conoscendone gli effetti.

Tappo a vite per vino: un futuro in evoluzione

Abbiamo visto come i tappi vengono scelti in base a come le loro caratteristiche agiscono sulle diverse tipologie di vino.
Se da un lato con i tappi Stelvin si perde la poesia del rito dello stappare il sughero a regola d’arte, dall’altro il tappo a vite si sta affermando come valida e pratica soluzione per vini al massimo della loro capacità espressiva, cioè pronti. Anche la testata internazionale Wine Spectator ne dimostra la crescente popolarità.

Non solo sughero, quindi.

Lunga vite al tappo Stelvin!

I nostri vini con tappo Stelvin

Rosso, bianco, toscano, aromatico

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