Quanto tempo prima aprire un vino rosso?

Il vino dona tante soddisfazioni, sia quando si gusta un buon bicchiere per la pura voglia di farlo e senza bisogno di ricorrenze particolari, sia brindando in compagnia, durante un momento importante e speciale.
Qualunque sia l’occasione, conoscere i vini vi permetterà di godervi appieno l’esperienza sensoriale che vi faranno provare. Questo significa sapere se e quanto tempo prima aprire un vino rosso, i tempi e le modalità di ossigenazione, qual è la temperatura migliore di servizio e come conservarlo.
Se anche Edoardo VII, re della Gran Bretagna e d'Irlanda, a fine Ottocento diceva che il vino non si beve soltanto, ma si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e… se ne parla, allora parliamone e vediamo come godersi appieno un buon vino rosso fin dal momento in cui si apre.

  • Ossigenare il vino: luoghi comuni e realtà
  • Cosa significa decantare il vino
  • Ossigenazione in bottiglia o in decanter?
  • Quindi, quanto tempo prima aprire un vino rosso? Indicazione dove trovarlo nelle nostre schede prodotto.
Quanto tempo prima aprire un vino rosso
Quanto tempo prima aprire un vino rosso?


Ossigenare il vino: luoghi comuni e realtà

Stabilire in modo esatto quanto tempo prima è meglio stappare una bottiglia di vino per ottenere la sua massima espressività non è possibile, perché sono molte le variabili in gioco.

Gustare un bicchiere di rosso appena stappato, senza bisogno di troppi accorgimenti e rituali, è proprio un piacere. Una volta aperto però, sapere che la tipologia dei vini, le annate, il grado alcolico e l’ossigenazione incidono sull’esperienza dell’assaggio, permette di assaporare ogni singolo sorso con ancor più soddisfazione. Vediamo come.

Anzitutto il vino rosso va ossigenato. L’ossigenazione è il processo che permette al vino di respirare. Così sprigiona ancora di più tutte le sue qualità. La maggior parte dei vini rossi trae beneficio da questo, specie quando si tratta di vini con lunghi affinamenti o gran riserve.

Ossigenazione e ossidazione non sono la stessa cosa. Piccole quantità di ossigeno sono importanti per il vino e lo sviluppo del suo bouquet.
Quando il vino è aperto da troppo tempo, inizia ad alterare le sue caratteristiche organolettiche - vedi anche  “Quanto dura un vino rosso aperto”. Il colore si scurisce, il gusto si altera, ovvero, come si dice in gergo tecnico, si maderizza.

E i vini bianchi? Non devono essere decantati.
Gli spumanti e i vini frizzanti? Nemmeno, perché altrimenti perdono la loro caratteristica principale, ovvero le bolle.

Alcuni luoghi comuni sono da sfatare, quando si tratta di quando va stappato il vino rosso. Ad esempio non è vero che va stappato tante ore prima quanti sono i suoi anni.
E nemmeno che un vino bianco o uno spumante si devono aprire per forza solo nel momento in cui si vogliono bere e mai prima. Stappate e via, cin cin!

 

Il tempo di ossigenazione di un vino rosso non è direttamente proporzionale al suo affinamento. Quest'ultimo, però, è uno degli elementi che determinano la necessità di ossigenarlo - sempre che si voglia ottenere il massimo dal vino rosso che stiamo per stappare.
Quanto ossigenare un vino rosso, quindi? Se è giovane non ha bisogno di essere ossigenato - vedi un Rosso di Montalcino del 2018 (stiamo scrivendo nel 2020), mentre un vino più maturo, che ha avuto un lungo processo di affinamento è bene che si ossigeni almeno per un’ora, come ad esempio un Brunello di Montalcino del 2008 o del 2015.

 

Cosa significa decantare il vino rosso

L’evoluzione di un vino rosso inizia in botte, prosegue in bottiglia e continua una volta aperto. E questo dipende anche dall’ossigenazione. L’ossigenazione che sviluppa le caratteristiche organolettiche del vino avviene una volta aperta la bottiglia e prosegue nel bicchiere.

Decantare il vino significa ossigenarlo, in modo che il suo aroma si sviluppi al meglio, dato che le molecole reagiscono con l’aria, legandosi all’ossigeno.

Oggi tutti i tipi di vino sono filtrati e quindi non presentano sedimenti o residui. Ma i vini che hanno fatto molto affinamento, anche per 20/25 anni non sono filtrati. Ecco perché nel loro caso la decantazione avviene travasando il vino in un decanter, un contenitore di vetro o cristallo trasparente, largo sul fondo e dal collo stretto. La forma del decanter permette al vino di entrare in contatto con l'ossigeno attraverso la maggior superficie possibile, accorciando i tempi di decantazione rispetto a quanto avviene semplicemente aprendo la bottiglia. Così nel decanter il vino si ossigena e sprigiona i suoi aromi. Nel caso di vini di lunga annata l’altro scopo dell’uso del decanter è separare il vino dai residui che si formano durante il lungo affinamento. Bottiglie di questo tipo vanno inoltre tenute in verticale almeno per 24 ore prima di stapparle e berle. Così eventuali sedimenti, quelli che in Toscana chiamiamo i bruscoli – che possono formarsi in modo naturale nel vino durante la vinificazione – si depositeranno sul fondo senza finire nel bicchiere. In questi casi, mentre versate la bottiglia, fate attenzione a non inclinarla troppo. Potete anche illuminarne il collo con una candela (se vi sentite romantici) o una pila, per controllare attraverso il vetro che non passino i sedimenti.

Cosa significa decantare un vino rosso
Cosa significa decantare un vino rosso

 

Ossigenazione in bottiglia o in decanter?

Questo vale quando si tratta di servire vini che hanno fatto lunghi affinamenti, dai 20/25 anni in su. Vengono travasati dalla bottiglia nel decanter molto lentamente, avendo cura di non versare anche i residui e allo stesso tempo il vino si ossigena. Per i vini gran riserva, infatti, è migliore un’ossigenazione lunga e graduale in bottiglia (un’ora, un’ora e mezzo). E il decanter, per la forma che ha, crea un’ampia superficie di contatto tra aria e vino e quindi un’ossigenazione più veloce.

Nulla vi vieta di versare e servire in decanter anche un vino di annate più recenti, per un’ossigenazione intensa e più breve rispetto a quella che avviene in bottiglia. Il decanter fa sempre una bella scena a tavola! Ma non è necessario.

In tutti gli altri casi l’ossigenazione può avvenire semplicemente stappando la bottiglia con un po’ di margine temporale rispetto a quando si berrà. Il vino sprigiona al meglio tutti i suoi sentori. “La sola arma che tollero è un cavatappi” diceva Jean Carmet. E noi che siamo pacifisti pensiamo la stessa cosa. A quel punto l’ossigenazione continuerà direttamente nel bicchiere.

Ossigenazione in bottiglia o in decanter?
Ossigenazione in bottiglia o in decanter.

 

Quindi, quanto tempo prima aprire un vino rosso?

Nelle schede dei nostri vini trovate sempre l’indicazione del tempo di ossigenazione necessario per le singole tipologie. E se poi vi resta qualche dubbio o curiosità, basta chiedere e siamo a vostra disposizione. Ci farà davvero piacere. Di vino è bello anche parlare, oltre che berlo.

 

Indicazione sulla scheda prodotto di quanto tempo prima stappare un vino
Indicazione del tempo di ossigenazione sulla scheda prodotto.

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Vino rosso aperto: quanto dura e come si conserva

Un antico proverbio dice: “Il vino perde l’aroma e il sapore se è messo in botte che ha malo odore”. I vini chiusi in bottiglia o in Bag In Box si conservano a lungo senza problemi. Ma cosa succede al vino se, una volta aperto, non lo finite e volete berlo in un secondo momento? Dopo qualche giorno gusto e aromi cambiano per via della sua esposizione all’aria.
Non c’è una durata standard valida per tutti i tipi di vino una volta aperti. Per questo è bene sapere come e dove conservarli per gustarli al meglio, senza comprometterne le caratteristiche.
A differenza di altri alimenti infatti il vino non ha una data di scadenza indicata sull’etichetta, ma ha comunque una sua durata di conservazione. Vediamo per quanto tempo e come il vino rosso aperto mantiene al meglio le sue qualità.
In questo articolo troverai le risposte a:

  • Quanto dura un vino rosso aperto?
  • La durata di un vino rosso aperto può variare da un vino all’altro?
  • La durata di un vino rosso aperto può variare dal contenitore?
  • Dove è meglio conservare un vino rosso aperto

 

Quanto dura un vino rosso aperto?

“Il vino è vivo”, dice la saggezza popolare, perché si evolve e cambia nel tempo. Una volta aperto, la durata del vino varia a seconda della tipologia e del metodo di conservazione.
Piccole quantità di ossigeno aiutano i vini rossi a sviluppare al meglio i loro bouquet di aromi e sentori. Se però passa troppo tempo l’ossigenazione diventa ossidazione e questo altera le caratteristiche organolettiche del vino.
I vini rossi una volta aperti si mantengono più a lungo rispetto a quelli bianchi. Vediamo come conservarli senza che il loro gusto si alteri:

  • le bottiglie vanno tenute o in uno luogo fresco e in assenza di luce o in frigo per 24/48, in verticale e tappate;
  • è essenziale che il vino sia tappato. Il tappo rallenta il processo di ossidazione e quindi l’alterazione del bouquet e del gusto del vino. Se usate un tappo anti ossidazione, il vino rosso si conserva senza problemi fino a quattro/cinque giorni. Se è di sughero o di altro tipo arriva fino a due/tre giorni.

Piccola curiosità storica: quello in sughero fa da sempre parte della nostra tradizione. Nell’antichità lo usavano per chiudere le anfore perché è un materiale elastico e poroso e questo permette al vino di ossigenarsi nel modo giusto, finché il contenitore resta chiuso. Per questo in seguito anche il famoso frate benedettino Dom Perignon, a cui si devono i brindisi con lo Champagne, scelse il sughero per tappare le sue bottiglie.

Se non avete un tappo nuovo per ritappare il vino aperto, utilizzate pure quello che avete tolto, avendo cura di girarlo dall’altro lato. Così l’odore non interferirà con il gusto. Certo, sempre che ci entri! Perché l’altro lato è sempre più largo. Qui in Toscana infatti i nostri nonni, che erano molto pratici, seghettavano il sughero con il coltello per ridurne la dimensione e la risolvevano così. Noi però ve lo sconsigliamo, visto che in quel modo piccoli “trucioli” di tappo andrebbero a finire nel vostro vino.

 

vino rosso aperto durata e conservazione
La durata di un vino rosso aperto: il tappo

La durata di un vino rosso aperto può variare da un vino all’altro?

Quando un vino viene stappato, inizia il processo di ossigenazione che sviluppa al meglio tutte la caratteristiche organolettiche del vino.
Le varie tipologie di vini rossi reagiscono in modo differente all’ossigenazione. Questo dipende principalmente dal loro affinamento e dal grado alcolico.

Una volta aperti e conservati tappati o in frigo o in luogo fresco e in assenza di luce, vini molto tannici e acidi, come ad esempio il Nebbiolo, il Syrah o il Cabernet Sauvignon mantengono bene le loro caratteristiche organolettiche tranquillamente fino a due giorni. Il Porto, vino rosso dolce ad alta gradazione, quando è molto affinato si conserva bene anche fino a quattro mesi.

Cosa succede se si beve un vino aperto da un mese o due?
Il vino è un alimento che per sua natura si altera nel tempo, ma non diventa tossico. Quando va a male si trasforma in aceto, sicuramente sgradevole da bere e non commestibile, ma non nocivo.
Non a caso gli antichi romani, quando viaggiavano per mesi e anni durante le loro campagne di conquista, portavano scorte di vino, perché a differenza dell’acqua poteva conservarsi a lungo, pur alterandosi, senza creare danni all’organismo.
Se il vino è aperto da una settimana non diventa aceto, resta bevibile, ma l’alcol inizia a ossidarsi. Il vino tende a perdere freschezza e complessità delle percezioni gustative.

 

Quali sono le uve destinate alla produzione di vino DOC Rosso di Montalcino
Uve per la produzione del vino DOC Rosso di Montalcino

La durata di un vino rosso aperto può variare dal contenitore?

I contenitori influiscono sulla conservazione del vino anche una volta aperto.

  • Il vino in bottiglia mantiene le sue caratteristiche dai due a quattro/cinque giorni a seconda del grado di affinamento, della percentuale di alcool che contiene e anche delle condizioni di luce e temperatura in cui viene tenuto.
  • Il vino nei Bag In Box è contenuto in una sacca sottovuoto che ne mantiene inalterate le qualità, perché non incamera aria né quando in origine viene riempita per il confezionamento, né quando lo gustate sulle vostre tavole spillandolo dal rubinetto. Il rischio di ossidazione è dunque scongiurato a lungo. Queste caratteristiche permettono al vino di conservarsi in modo eccellente per ben tre/quattro settimane anche una volta avviato il Bag In Box.

 

durata vino rosso aperto puo variare dal contenitore
La durata di un vino rosso aperto varia a seconda del contenitore

Dove è meglio conservare un vino rosso aperto?

Vi suggeriamo di conservare la bottiglia che stavate bevendo e che non avete ancora terminato tappandola e tenendola in un luogo fresco, al riparo dall’aria e non illuminato. Questo vi permetterà di continuare ad apprezzarlo anche nei giorni successivi.
Quando non si dispone di un luogo così o di una cantina, il  vostro alleato perfetto è il frigorifero. Tutti i tipi di vino possono essere conservati tappati in frigo una volta aperti. Le sue basse temperature infatti rallentano i processi di deterioramento e ossidazione.

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il rosso di montalcino

Rosso di Montalcino

Il Rosso di Montalcino ha come fratello maggiore il famoso Brunello di Montalcino DOCG e allo stesso tempo non teme il confronto a livello di qualità e spessore. Infatti più che fratelli, il Rosso e il Brunello per noi sono due espressioni di valore del Sangiovese. Prodotto nello stesso territorio del Brunello, nel cuore della Toscana, il Rosso di Montalcino sa bene quali soddisfazioni può dare a chi lo sceglie. Perfetto per una cena tra amici o in famiglia. Sarebbe sicuramente d’accordo anche il mitico Merigo, il personaggio inventato da Giorgio Panariello vero appassionato di Brunello. Conosciamo quindi meglio questo Rosso, un vero Sangiovese dalle mille sorprese. Tutte positive. E non chiamatelo mai solo “Brunellino”. Non se lo merita.

  • Quali sono le uve destinate alla produzione del Rosso di Montalcino DOC?
  • Quali sono le annate migliori per il Rosso di Montalcino?
  • Qual è la temperatura ideale per serve il Rosso di Montalcino?
  • Quale è il calice ideale per servire il Rosso di Montalcino?
  • Abbinamenti con il cibo suggeriti per il Rosso di Montalcino.
  • Rosso di Montalcino vs Brunello di Montalcino.
Il Rosso di Montalcino
I Rossi di Montalcino del nostro shop online

Quali sono le uve destinate alla produzione del Rosso di Montalcino DOC?

Il Rosso di Montalcino viene prodotto partendo da vigneti di impianto più giovane rispetto a quelli utilizzati per il Brunello, ovvero il famoso e tanto apprezzato “Sangiovese Grosso”. La qualità raddoppia. È questo che accade ogni anno nei vigneti del territorio di Montalcino, in provincia di Siena, nella Toscana sud-orientale, quando le uve diventano mosto e il mosto si trasforma in vino. È qui che vengono prodotte due eccellenze vinicole, la DOC Rosso di Montalcino e il fuoriclasse DOCG Brunello, entrambi Sangiovese al 100% e con due diversi rigidi disciplinari di produzione a garanzia di grande qualità. I vigneti iscritti allo schedario viticolo della DOCG “Brunello di Montalcino” infatti sono utilizzabili anche per produrre il Rosso di Montalcino DOC. I produttori di questa zona, per la prima volta in Italia, hanno potuto ottenere due vini DOC dagli stessi vigneti. Questo è un vantaggio: l’impianto rende nella sua totalità anche prima che sia il tempo del Brunello e così nasce una DOC di tutto rispetto. Nemmeno una goccia di qualità va sprecata. Come dire, a Montalcino dunque si “brunelleggia” che è un piacere! Il Rosso di Montalcino in particolare nasce nel 1984 dalla volontà di creare un vino genuino, quotidiano e “di razza”, da bere anche tutti i giorni senza attendere l’occasione speciale, come si fa spesso con il Brunello. Una curiosità: nella nostra esperienza abbiamo riscontrato che molto spesso in una degustazione l’uomo tende a preferire il Brunello, mentre il Rosso è il preferito delle donne. È un vino dinamico fin dal momento in cui nasce. Il viaggio inizia con la raccolta dell’uvaggio dai vitigni rossi Sangiovese, tra i primi giorni di settembre fino a ottobre. Le vinacce non vengono separate dal mosto e così rilasciano quegli aromi che caratterizzeranno il vino e che vi avvolgeranno fin dal primo assaggio. La fermentazione dura circa 15 giorni in tini di acciaio inox. È qui che gli zuccheri si trasformano in alcol e anidride carbonica. Subito dopo tocca all’affinamento in botte, ovvero un intenso dialogo d’amore tra vino e legno, spesso di rovere di Slavonia o rovere francese, circa per otto mesi, in modo che il legno dia la sua impronta di profumi e sentori. Infine il Rosso di Montalcino viene messo in bottiglia. Il vetro definisce ancora di più gli aromi e ingentilisce il vino. Piccola curiosità: volete sapere il grado l’affinamento in bottiglia del vostro vino? Guardate il colore. Un vino giovane sarà porpora; rubino e granato invece sono indice di età più importanti. Secondo disciplinare, i tempi di affinamento del Rosso di Montalcino sono minori rispetto a quelli del Brunello. E ora finalmente il Rosso di Montalcino, con il suo colore rosso rubino così intenso e brillante da sembrare un gioiello, è pronto per raggiungere le vostre tavole e fare festa con il vostro palato.

Quali sono le uve destinate alla produzione di vino DOC Rosso di Montalcino
Quali sono le uve destinate alla produzione di vino DOC Rosso di Montalcino: il Sangiovese

Quali sono le caratteristiche organolettiche del Rosso di Montalcino?

Il momento della degustazione è il primo incontro con il vino. È proprio come quando ci si presenta a qualcuno per la prima volta e il Rosso di Montalcino ci tiene a fare subito una buona impressione. Le sue caratteristiche organolettiche lo confermano decisamente al gusto e all’olfatto. Sono il rosso rubino intenso e i profumi di frutti rossi e sottobosco i biglietti da visita del Rosso di Montalcino. Alla degustazione si presenta come un vino fresco e vivace. Regala profumi morbidi di frutti a bacca rossa, come frutti rossi, marasche, amarene, viole, frutti di bosco, arancia rossa e poi note di spezie e vaniglia date dall’affinamento in legno. C’è armonia nel suo gusto asciutto, ma con tannini eleganti, mai invadenti. Al palato risulterà stuzzicante, strutturato, persistente e caldo.

Rosso di Montalcino caratteristiche organolettiche
Rosso di Montalcino caratteristiche organolettiche

 

Quali sono le annate migliori per il Rosso di Montalcino?

In vigna la qualità di un’annata è determinata da molti fattori. Per il Rosso di Montalcino una delle annate migliori è stata senz’altro il 2016 che, nella zona di Montalcino, è stata caratterizzata da un eccellente alternarsi di piogge in primavera, un caldo non eccessivo in estate e nottate fresche in autunno. Le uve così sono diventate particolarmente mature e ricche di zuccheri, colore e profumi. Questo ha creato le condizioni migliori per avere un’ottima fase di vendemmia, confermata poi dall’ottimo vino imbottigliato, con struttura maggiore e sentori evoluti. Questo ha permesso di annoverare il Rosso di Montalcino 2016 tra le annate migliori da poter gustare in compagnia. Se poi l'occasione richiede un vino più leggero e giovane, annate recenti  interessanti per diversi motivi sono state anche quelle del 2017 e 2018, che hanno regalato un Rosso di Montalcino dalle componenti bilanciate, morbide e calde. Altre annate da tenere in considerazione per la zona di Montalcino, secondo la classifica del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, sono state il 2011 (quattro stelle su cinque), 2012 (cinque stelle su cinque), 2013 (quattro stelle su cinque), 2015 (cinque stelle su cinque) e 2016 (cinque stelle su cinque). Essendo comunque un vino che non regge lunghi affinamenti, le annate 2016, 2017 e 2018 vi daranno grandi soddisfazioni.

Rosso di Montalcino 2016
Rosso di Montalcino 2016 - Da Vinci

Qual' è la temperatura ideale per servire il Rosso di Montalcino?

Un vino, per essere apprezzato e sprigionare tutte le sue qualità organolettiche, viene servito a temperature specifiche. Ogni vino ha la sua temperatura di servizio, in modo da esaltare tutte le sue sfumature. La temperatura ideale per servire il Rosso di Montalcino, toscano di media struttura tendenzialmente giovane, è tra i 14°C e il 16°C. I vini rossi di Montalcino più strutturati, corposi e tannici, si gustano preferibilmente tra il 16°C e i 18°C, mentre vini ancora più affinati (e complessi ), come il Brunello di Montalcino, possono raggiungere anche i 18°. Anche se è un vino giovane che quindi non necessita di molta ossigenazione, vi suggeriamo comunque l’apertura della bottiglia di Rosso di Montalcino almeno venti minuti prima della degustazione, in modo che possa sprigionare al meglio i suoi profumi.

Quale è il calice ideale per servire il Rosso di Montalcino?

Possiamo forse berlo in un bicchiere qualsiasi? Sì, ma meglio di no! Per degustare al meglio un buon vino è importante avere il giusto calice. Ogni tipologia di vino ha il suo calice dedicato e il migliore per degustarlo è il calice “Borgogna” dalle dimensioni arrotondate che permettono la roteazione del vino e la sua ossigenazione. Ha la “pancia” larga che fa respirare il vino e l'apertura che evita che i tannini lascino un effetto troppo astringente sulle gengive. Questo tipo di calice permette anche il passaggio di molta luce, per apprezzarne il colore rubino. Suggerimento: se volete ottenere il risultato migliore dal vostro vino, meglio che il calice abbia la stessa temperatura del vino che servite e, per intenderci, non sia appena uscito dalla lavastoviglie. E riempitelo solo fino a metà. Tanto ci sarà modo di fare il bis!

Calice per Rosso di Montalcino - Borgogna o Baloon
Calice per Rosso di Montalcino - Borgogna o Baloon

Abbinamenti con il cibo suggeriti per il Rosso di Montalcino

Per fare un perfetto abbinamento vino-cibo basta seguire tre regole fondamentali, così da non sbagliare mai: gli abbinamenti si fanno per contrapposizione, per concordanza o tradizione. Nell’abbinamento per contrapposizione il vino bilancia gli squilibri del cibo, in modo che ci sia perfetta armonia. Nell’abbinamento per concordanza vino e cibo si sposano per l’affinità di sentori e tonalità. L'abbinamento per tradizione segue la regola che a ogni piatto tipico si abbina il vino del territorio. Il Rosso di Montalcino è un vino molto apprezzato per la sua versatilità. Si abbina perfettamente a piatti non troppo strutturati: primi piatti con sughi di carne, carni alla brace, formaggi di media stagionatura, primi piatti al forno, carni alla griglia, pollame nobile, grandi arrosti, coniglio alla cacciatora, selvaggina, formaggi stagionati, funghi e tartufi. Questo grazie agli aromi primari fruttati e da quelli secondari, dati dalla fermentazione del Rosso di Montalcino.

Differenze fra Rosso di Montalcino e Brunello di Montalcino

Il Rosso di Montalcino e il Brunello di Montalcino vengono dalla stessa zona e utilizzano gli stessi uvaggi. Questo garantisce a entrambi una grande qualità. Ma sono le loro differenze – i due diversi disciplinari, le due diverse “beve” e le filosofie che li caratterizzano – a renderli così unici e peculiari, capaci di rispondere alle esigenze di tutti e di garantire entrambi un straordinario rapporto qualità/prezzo.

  • Il Brunello è un vino importante, strutturato, limpido, brillante, dal profumo intenso e persistente, adatto ad abbinamenti con piatti altrettanto importanti. Migliora nel tempo, perché tollera lunghi affinamenti se conservato nel modo giusto, con le bottiglie tenute coricate. La gradazione alcolica minima è di 12,5% Vol. e viene immesso in commercio dopo 5 anni dall'anno della vendemmia (6 anni per il tipo Riserva). Sceglietelo per una cena importante e significativa, per vestire menù strutturati e compositi (anche se in effetti vi sconsigliamo di abbinarlo alle braci per via della sua persistenza, per le quali invece il Rosso di Montalcino è perfetto) e anche per fare un ottimo dono, quando volete regalare la “toscanità d’eccellenza”. Per noi se fosse un tessuto, sarebbe il velluto.
  • Il Rosso di Montalcino è snello, all’insegna della leggerezza, qualcuno direbbe poco impegnativo, ma gli farebbe un torto, perché presenta comunque una struttura di tutto rispetto. È un vino più giovane, al gusto è asciutto, fresco, armonico, con una sapidità che si presta bene a molti abbinamenti. La gradazione alcolica minima è di 12% Vol. Dà il suo meglio se bevuto in età giovanile, senza però disdegnare l’invecchiamento. Sceglietelo quando volete accompagnare piatti al forno, grigliate, grandi arrosti, carni bianche per un’allegra tavolata in famiglia o gli amici. Non vi deluderà perché sa essere un jolly. Per noi se fosse un tessuto, sarebbe il lino.

    Confronto fra Rosso e Brunello di Montalcino
    Rosso e Brunello di Montalcino a confronto

 

Esiste il Rosso di Montalcino sfuso?

Molte sono le richieste per il Rosso di Montalcino sfuso. È possibile trovarlo? No, perché il Rosso di Montalcino DOC secondo disciplinare non può essere venduto né sfuso né in Bag In Box, ma tipicamente nella bordolese. In generale il vino sfuso non si trova mai in vendita on line, perché si acquista direttamente in enoteca. QUI PUOI TROVARE TUTTI I NOSTRI ROSSI DI MONTALCINO >> QUI PUOI TROVARE TUTTE LE PROPOSTE DI MONTALCINO >>